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venerdì 1 febbraio 2019

PER UNA CRITICA DELL’URBANISTICA | Gabinetto Vieusseux, lunedì 4 febbraio



Care e cari amici e colleghi,
il gruppo Quinto Alto ha organizzato un incontro dal titolo: PER UNA CRITICA DELL'URBANISTICA. Intervengono, oltre alla sottoscritta, l'urbanista Enzo SCANDURRA e il filosofo Ubaldo FADINI. L'incontro si tiene a Firenze, lunedì 4 febbraio, ore 17, presso il Gabinetto Vieusseux, in sala Ferri
I temi della discussione sono quelli trattati nel nostro libro Miserie e splendori dell'urbanistica (DeriveApprodi, 2018) del quale incollo il breve profilo (vedi sotto) e allego al copertina.
Accorrete numerosi e intervenite al dibattito!
Ilaria

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Miserie e splendori dell'urbanisticadi Ilaria Agostini ed Enzo Scandurra, con prefazione di Piero Bevilacqua (Deriveapprodi, pp. 192).

Dalla quarta di copertina:
Da disciplina del welfare che si proponeva di mitigare le distorsioni dello sviluppo, l'urbanistica, dagli anni Ottanta, abbandona la sua originaria vocazione riformatrice per seguire le sirene della Grande Trasformazione liberista. Nel corso della sua «mutazione genetica», la disciplina ha tradito l'originario mandato sociale assumendo concetti e metodi dell'economia finanziarizzata.
Le nuove parole d'ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l'espropriazione della città pubblica, l'espulsione dei più deboli e l'estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all'inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un'utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.

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Dalla prefazione di Piero Bevilacqua:
«Sono non pochi i meriti di questo libro realizzato a due mani da un ingegnere, Enzo Scandurra, urbanista per irresistibile vocazione e raro esempio di "tecnico" conquistato dai saperi umanistici; e da un architetto, Ilaria Agostini, anch'ella ibrida figura intellettuale, versata com'è nella storia del territorio, nell'analisi dei fenomeni urbani del nostro tempo, nella critica di ispirazione ambientalista alle forme dello sviluppo capitalistico. Una miscela di saperi che è oggi condizione indispensabile per produrre conoscenza originale, analisi non conformistica dei fenomeni sociali. Non sono pochi i meriti perché il libro ci offre al tempo stesso una riflessione generale sul destino di una disciplina che nasce con l'età contemporanea, sulle influenze che essa ha avuto nel tempo, sulle sue metamorfosi recenti e soprattutto sulle trasformazioni reali che l'oggetto centrale di essa – la città – ha subito dentro i vasti rivolgimenti economici, sociali e ambientali della nostra epoca.
Il quadro del racconto si muove in sobrio equilibrio tra uno spazio universale, che è quello del pensiero urbanistico (ma anche filosofico, sociologico, ecologico, antropologico) e uno, esemplificativo, "locale", che è quello dell'Italia, delle sue città, ma non senza frequenti richiami ad altre esperienze europee e internazionali».


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