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venerdì 24 ottobre 2014

"DA RIFIUTO A RISORSA", con Rossano Ercolini

 

 

Come ridare valore agli scarti per migliorare la qualità della nostra vita

 

Martedì 28 ottobre 

 

Teatro Lumière

 

Via di Ripoli, 225/231

 

 

19.30 Buffet condiviso al Circolo Centro Incontri: prodotti a km zero dell’orto di via di Ripoli;

 

20.30 Proiezione del documentario "La storia delle cose" di Annie Leonard;

 

21.00 A seguire dibattito con: 

 

Rossano Ercolini: premio Goldman Prize 2013, autore del libro “Non bruciamoci il futuro”;

 

Antonio Di Giovanni: presidente dell’Associazione Rifiuti Zero Firenze, agronomo del Centro di Ricerca Rifiuti Zero.

 

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Molti paesi UE come la Germania, la Svezia e la Danimarca, che notoriamente hanno basato per anni le loro politiche di gestione dei rifiuti sull'incenerimento, stanno gradualmente riducendo il loro numero d'impianti, grazie all'elevata percentuale di raccolta differenziata, che permette di inviare sempre più materiali al riciclaggio generando nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro.

Mentre in Europa si punta a ridurre il numero d'inceneritori, in Italia il governo Renzi con il decreto Sblocca Italia rilancia l'incenerimento dei rifiuti nel nostro Paese. Nell'art. 35 dello Sblocca Italia, vengono definite le "Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale". Gli inceneritori vengono dipinti come impianti che tutelano la salute e l'ambiente e che promuovono la raccolta differenziata ed evitano la costruzione di nuove discariche. Sempre nello stesso articolo, vengono ridotti della metà i tempi per la valutazione d'impatto ambientale e con essi anche quelli per la presentazione di eventuali osservazioni.

Gli impianti d'incenerimento dovranno funzionare al massimo delle loro capacità, che vuol dire bruciare rifiuti urbani e speciali provenienti anche da altre regioni. Questo comporta che regioni virtuose che hanno raggiunto buoni livelli di raccolta differenziata e che stanno riducendo il ricorso all'incenerimento, vedranno vani care il loro impegno con l'importazione di rifiuti  da altre regioni.

Questa legge sembra scritta proprio per facilitare la realizzazione dell'incenerimento di Case Passerini che la società Qthermo (Quadrifoglio + Hera) vuole costruire a Firenze.

Il progetto prevede la costruzione di un impianto per bruciare circa 200 mila tonnellate di rifiuti l'anno, per un costo di realizzazione di 135 milioni di euro. L'iter autorizzativo è giunto quasi al termine, infatti è stata già approvata la valutazione d'impatto ambientale (VIA); ora si attende il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) che secondo i tempi procedurali dovrebbe arrivare entro fine anno.

Dopo l'approvazione della VIA, da parte della provincia di Firenze, WWF, Italia Nostra e Forum Ambientalista hanno presentato un ricorso al TAR per contestare la delibera, in quanto molti fattori di rischio non sono stati presi in considerazione, come ad esempio l'effetto cumulativo delle emissioni, la vicinanza al centro abitato e le possibili alternative all'incenerimento dei rifiuti.

La raccolta differenziata a Firenze e provincia stenta a decollare e sembra quasi che la Quadrifoglio sia rassegnata ad ottenere una raccolta differenziata che non superi il 50%, in modo da giusti care il bisogno di un inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti. Basterebbe applicare un sistema di raccolta differenziata spinto (porta a porta) e una tari azione puntuale (paghi in base a quello che produci) per raggiungere percentuali di differenziazione superiori al 70%, come dimostrato dall'esperienza del Consorzio Contarina che serve più di 500 mila abitanti nella provincia di Treviso. Ma la strada intrapresa è un'altra ed è quella dell'incenerimento dei rifiuti.

Vogliamo che anche a Firenze come in tutto il resto del Paese si applichino le buone pratiche, attraverso le quali poter ridurre, recuperare, riciclare e compostare i rifiuti, evitando così la costruzione di nuovi inceneritori che graverebbero sull'ambiente, sulla salute e sull'economia di interi territori.

Non abbiamo bisogno dell'art. 35, ma solo di buone pratiche che ci guidino verso Rifuti Zero.


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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 10/24/2014 07:49:00 AM




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